venerdì 14 ottobre 2011

A rischio anche la casa di cura Ville Turro


San Raffaele. Ieri il presidio del Pd e dei lavoratori della struttura

A rischio anche la  casa di cura Ville Turro
Salvare la Casa di Cura Ville Turro dalla chiusura. Questo l'obiettivo del presidio organizzato ieri mattina dai lavoratori della struttura e sostenuto dai circoli di Zona 2 del Partito Democratico milanese. La struttura di Ville Turro è di proprietà della Fondazione San Raffaele dal 1988. In seguito alla grave situazione finanziaria in cui versa il San Raffaele, la casa di cura rischierebbe di chiudere e di vedere trasferite tutte le attività nella sede centrale di via Olgettina. A preoccupare i lavoratori è sia il risvolto occupazionale sia il venir meno di un presidio sanitario specializzato nella cura di pazienti con disturbi cognitivi e psichiatrici. Infatti a Ville Turro, accanto alle discipline psichiatriche, sono presenti poi le divisioni di Neurologia e di Urologia, il servizio di Psicologia Clinica, numerosi servizi diagnostici e di riabilitazione, attività ambulatoriali, di didattica e di ricerca.
La struttura, che complessivamente dispone di 314 posti letto e impiega circa 500 dipendenti, «è un presidio sanitario fondamentale in questa zona della città – spiega Andrea Serra, delegato sindacale della Rsu dell’ospedale San Raffaele -. I pazienti sono abituati ad uscire nel parco in cui sono immerse le sette palazzine della casa di cura. Evidentemente in una struttura periferica come quella di via Olgettina tutto questo non sarebbe possibile. Non solo – conclude - è lo stesso territorio circostante ad essere tradizionalmente abituato a venire in contatto con pazienti con caratteristiche particolari». Nei volantini distribuiti durante il presidio si spiega che "ritenendo che in questi anni il presidio sanitario di Ville Turro abbia prestato un importante servizio non solo ai cittadini milanesi”, si chiede “all'amministrazione comunale di vigilare affinché la destinazione d'uso delle aree rimanga compatibile con il servizio sanitario e non cambi, salvaguardando il Servizio Sanitario presente”. Il Pd chiederà inoltre alla Regione, attraverso una mozione che sarà presentata martedì prossimo in Consiglio, e alla Asl di Milano di mettere in campo tutte le iniziative necessarie a mantenere i livelli occupazionali dei lavoratori.
«Questa è solo la prima delle tante iniziative che come Pd porteremo avanti per salvaguardare il futuro di una struttura così importante. Non possiamo abbassare la guardia» afferma Fabio Pizzul, consigliere regionale intervenuto al presidio. Ieri intanto il presidente del tribunale fallimentare, Filippo Lamanna, ha chiesto alcuni chiarimenti sulla domanda di concordato preventivo presentata dal San Raffaele  per salvare l'ospedale travolto da passività per oltre un miliardo. Lamanna ha sollecitato, in particolare, un'integrazione documentale e intende chiarire se i rappresentanti della Fondazione abbiano previsto anche una sorta di piano alternativo qualora le condizioni previste nel concordato non si dovessero verificare. Lamanna ha poi rinviato l'udienza al 26 ottobre, quando si riserverà sulla decisione se dichiarare il concordato ammissibile o meno. 
 Silvia Morosi

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