sabato 8 ottobre 2011

Via Maiocchi, tutti contro l’ecomostro

Zona 3. I residenti inviano una lettera al sindaco: rispettate le distanza

Via Maiocchi, tutti contro l’ecomostro
Fino a pochi anni fa avevano un'ampia visuale sul cortile interno e sulle case di fronte. Ora gli abitanti di via Maiocchi, zona Porta Venezia, rischiano di ritrovarsi a 10 metri di distanza dall'edificio di 25 metri che sta sorgendo sul retro della via al civico 13. Il nuovo complesso, una palazzina residenziale di otto piani fuori terra, con un piano interrato adibito a box, riceve la prima dichiarazione d'inizio attività nel 2007. La protesta dei cittadini che si riuniscono intorno al Comitato “Antiecomostro” non tarda a farsi sentire: le segnalazioni alla Asl, gli esposti al Comune e i ricorsi al Tar fanno sì che i lavori siano rallentati.
A giugno di quest'anno, però, una gru è calata dall'alto nel piccolo cortile di 500 mq, e sono iniziati i lavori con la rimozione dell'autorimessa monopiano preesistente, venduta nel 2008, e con i primi scavi per le fondamenta. I residenti si appellano ora alla nuova amministrazione perché blocchi i lavori e verifichi l'effettivo rispetto delle distanze, come previsto dal Decreto interministeriale numero 1444 del 2 aprile 1968. Secondo la legge, è prescritta in tutti i casi la distanza minima assoluta di 10 metri tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti. Il progetto sembra rispettare le regole urbanistiche vigenti. Qualche dubbio resta aperto, però, sulla distanza degli spigoli rispetto ai palazzi laterali, che dalle misurazioni dei residenti sarebbero a 4,80 metri e a 6, 50 metri, dato che l' interpretazione della legge su questo punto non sembra univoca. Una lettera è stata inviata al sindaco Pisapia l'8 giugno, e una mozione urgente è stata presentata dal consiglio di zona 3 nella seduta del 15 settembre.
L'assessore all'Urbanistica De Cesaris, presentandosi in Commissione, ha risposto alle numerose domande dei cittadini cercando di rassicurarli sulla presa in carico della questione da parte della Giunta e bloccando momentaneamente i lavori per verificare l'osservanza delle norme antincendio. È questa una delle non poche situazioni nelle quali il consiglio di zona si vede scavalcato in una delle sue più tradizionali funzioni, il parere sulle concessioni edilizie stabilito dall’Art. 29 “Consultazioni obbligatorie” e dall’Art. 45 “Edilizia Privata” del Regolamento del Decentramento Territoriale, a causa dell'utilizzo da parte dei costruttori della D.I.A.(Dichiarazione Inizio Attività) o “Super D.I.A.”, una procedura semplificata che non passa al vaglio del Consiglio di Zona per il parere socio-ambientale.  Un ricorso contro la sospensione dei lavori è già stato presentato dall'impresa costruttrice, che ha anche minacciato richieste di risarcimento per i possibili ritardi e conseguenti costi aggiuntivi, dato che molti degli appartamenti sono già stati venduti.                                          
Silvia Morosi 

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